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CARIATI – NIENTE RIANIMATORI NELL’EX OSPEDALE, L’ANESTESISTA ARRIVA IN ELISOCCORSO

Il paziente in gravi condizioni deve essere prima stabilizzato. L’ex direttore sanitario Caligiuri: “Si perde tempo prezioso per salvare vite umane, c’è urgente bisogno del Pronto Soccorso”

dMaria Scorpiniti (“Il Quotidiano del Sud 3 maggio 2021)

CARIATI – Quello che è successo sabato scorso a Cariati fotografa la drammatica situazione sanitaria che i cittadini del basso ionio cosentino vivono ormai da anni. Stiamo parlando di un servizio, qual è l’Elisoccorso – Suem 118, indispensabile per la gestione dell’emergenza – urgenza in un territorio lasciato da 11 anni senza ospedale e senza Pronto Soccorso. Sabato scorso,infatti, dal Punto di Primo Intervento dell’ex ospedale “Vittorio Cosentino” è stato chiesto il servizio di Elisoccorso per trasferire in un centro Hub o di Cardiochirurgia un paziente in Codice Rosso. Il mezzo salvavita, probabilmente impegnato in altre operazioni di soccorso, è atterrato in zona porto – affermano i testimoni – dopo circa un’ora e 45 minuti (ben oltre la famosa “ora d’oro” prevista per legge). Ad attenderlo, però, c’era un’ambulanza senza il paziente. Lo scopo è stato quello di prelevare il medico anestesista in dotazione all’elisoccorso per condurlo presso il PPI. Con molta probabilità, il paziente in questione necessitava di essere intubato o, quantomeno, stabilizzato, prima di essere trasferito. È evidente come tutto questo trambusto, che è ormai prassi, richieda del tempo prezioso a discapito della tempestività che è indispensabile, in alcuni casi, a salvare una vita umana.

“Quello che accade a Cariati è vergognoso, e non è la prima volta; sono scene che dovrebbe vedere il nostro commissario alla sanità”, commenta il dottore Michele Caligiuri, ex direttore sanitario del Vittorio Cosentino, preoccupato anche per l’imminente stagione turistica. Con l’aumento della popolazione, infatti, il servizio viene richiesto molto spesso e ogni volta, al suo atterraggio al porto, o bisogna attendere l’ambulanza con il malatoperché il mezzo del 118 non è sempre nella immediata disponibilità del PPI in quanto impegnato in altre operazioni di soccorso, oppure, come due giorni fa, può capitare che il paziente debba essere intubato e, come si sa, nel PPI non è presente la figura del medico anestesista, per cui è necessario che qualcuno vada al porto, prelevi l’anestesista e lo accompagni presso l’ex ospedale; dopo l’operazione, l’ambulanza può partire con il paziente da trasferire in Elisoccorso. 

Per ovviare all’inconveniente, gli operatori sanitari ritengono che, con una spesa irrisoria, si potrebbe far atterrare l’Elisoccorso nel piazzale interno dell’ex ospedale, dal lato esterno dell’ingresso per il laboratorio analisi. Si eviterebbe, così, di utilizzare il servizio ambulanza del 118 per il trasporto del paziente al porto, di allertare ogni volta la polizia municipale per sorvegliare le operazioni di atterraggio, ma soprattutto si avrebbe in loco, immediatamente disponibile, il medico anestesista. Lo spazio c’è, sostengono, occorre solo abbattere pochissimi alberi, cementare e illuminare la piazzuola con dei faretti, cosa che consentirebbe anche l’atterraggio notturno del servizio, che attualmente in tutta la fascia ionica non c’è. Il tutto nell’esclusivo vantaggio della vita della persona. Pare che, tempo fa, l’Asp di Cosenza abbia accolto favorevolmente la proposta, ma la cosa non ha avuto seguito. 

Non si può attendere oltre – sostiene Caligiuri – l’Asp non può più sottovalutare la questione dell’emergenza-urgenza in un territorio di circa 200 mila abitanti, aggravata dall’attuale fase di pandemia. I cittadini – conclude l’ex direttore sanitario – vivono ore di allerta e di angoscia e l’elisoccorso, anche notturno, è un servizio salvavita, necessario anche dopo questo periodo di forte emergenza. Si tratta solo di razionalizzare in maniera opportuna tempi e costi, in attesa di attivare il Pronto Soccorso abbinato all’auspicata riapertura del “Cosentino”. Cosa per la quale si battono, da più di cinque mesi, i comitati e i movimenti di cittadini che occupano in presidio permanente la struttura sanitaria di Cariati.