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Intervista al neo commissario straordinario Asp di Vibo

“AUMENTEREMO IL NUMERO DEI VACCINATI”

Maria Pompea Bernardi: «Il commissario Longo ha le idee chiare su tante cose»

di Maria Scorpiniti (“Il Quotidiano del Sud” edizione di Vibo Valentia 24 gennaio 2021)

Maria Pompea Bernardi, medico, è il nuovo commissario dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia. Nata 60 anni fa a Cariati, dove risiede con la famiglia, ha dalla sua una lunga esperienza manageriale in ambito sanitario. Direttore dell’U.O. “Ospedale territorio” dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma dal 2012 al 2016, ha guidato l’Asp di Crotone fino al febbraio 2019; poi l’incarico, sempre a Crotone, di direttore del Distretto Unico. 

Fino a qualche settimana fa, quando – com’è noto – ha ricevuto lanomina all’Asp di Vibo, un’azienda che conosce bene avendone ricoperto sei anni fa, per 14 mesi, il medesimo ruolo dicommissario. Su come intenda impostare la sanità a Vibo, sembra avere già le idee chiare. Reputa l’esperienza di Crotone moltopositiva, mentre sulla mobilitazione in corso per la riapertura dell’ospedale “Vittorio Cosentino” di Cariati, si affida alle decisioni del commissario ad acta regionale Guido Longo.

Sul suo nome a commissario Asp di Vibo Valentia si sono trovati d’accordo il presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, e il commissario Longo. Una bella soddisfazione che premia anni di lavoro, come manager, in questo difficile settore: «Sono grata sia al commissario Longo – ha commentato – dal quale è partita la proposta, che al presidente Spirlì per la fiducia, cercherò di dare il massimo per risolvere le problematiche più salienti. Fare il manager nel settore della sanità è molto difficile, ma credo che essere al servizio dei deboli è anche insito nel carattere di una persona».

Le aspettative della sanità calabrese sono tante e il periodo difficilissimo. Come pensa di muoversi?

«Partirò dall’analisi dell’esistente e continuerò a sviluppare ciò che di buono hanno fatto i miei predecessori. Metterò al centro delle mie decisioni sempre il paziente, con un occhio al contenimento delle spese inutili e favorendo quelle necessarie. Potenzierò il territorio, il suo sviluppo si traduce infatti in un risparmio concreto sulla spesa sanitaria, offrendo più sanità di qualità al paziente a domicilio. Incentiverò la medicina d’iniziativa, le cure domiciliari e la specialistica ambulatoriale. In relazione all’ospedale, compatibilmente con la pandemia, cercherò di migliorare le condizioni strutturali e di personale. In ogni caso,qualunque decisione sarà sempre condivisa con il dottore Longo». 

A Vibo, come in altre zone della Calabria, il contagio da coronavirus non si arresta. Come pensa di intervenire?

«Interverrò sull’organizzazione dell’Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale, e studierò con i vari responsabili sanitari soluzioni per garantire il massimo dell’efficienza ospedaliera. Ho già iniziato a riorganizzare il Dipartimento di Prevenzione e latracciabilità dei contatti, aumenteremo il numero dei vaccinati». 

Infatti l’Usca di Crotone, grazie a lei, rappresenta un “modello” per le altre Asp. Come è riuscita ad organizzarla

«Credo che i medici Usca siano stati l’idea più geniale del governo. Ho pensato che i giovani colleghi non potevano essere lasciati soli davanti al fenomeno incalzante della pandemia e mi sono inventata due piattaforme informatizzate, una fissa con i colleghi più anziani e una mobile con i medici Usca. A completare il tutto, la stretta collaborazione con i volontari del posto (Arci, Intersos, Croce Rossa) per il supporto amministrativo e psicologico dei pazienti. È stato tutto in divenire e mano a mano che si andava avanti ho cercato di migliorare il sistema. I colleghi sono cresciuti con una rapidità impressionante attraverso continui audit con i colleghi più anziani, ma la cosa più bella è stata la collaborazione dei medici ospedalieri. Con loro abbiamo pensato e prodotto protocolli operativi, farmacologici ecc., uno scambio continuo. Questa è la sanità del futuro. E io sono stata sempre presente». 

Vibo per lei è un ritorno, ma cosa rimpiange della città di Pitagora?

«Crotone è nel mio cuore. Non ho rimpianti, bisogna andare avanti; il passato ci serve per crescere e in ogni caso tornerò subito dopo questo incarico». 

A Crotone, è stata la prima ad essere vaccinata. Cosa dice a chi è ancora indeciso?

«Semplice: da una parte abbiamo il vaccino, dall’altra il Covid…. cosa si deve scegliere? Se il 70% di noi si vaccinerà si raggiungerà l’immunità di gregge e saremo liberi. Io non ho avuto nessun disturbo e sono prossima al richiamo. Bisogna aver paura del Covid, non del vaccino».

Lei è di Cariati (CS), dove è in atto una mobilitazione per la riapertura dell’ospedale. La sua vicinanza al commissario Longo potrebbe essere un punto a favore per questa giusta causa?

«Non lo so, ma non credo che il commissario Longo abbia bisogno di suggerimenti. Ha le idee chiare su tante cose. Comunque se mi chiederà un parere io dirò quello che penso. Amo Cariati e i Cariatesi».

Ora una domanda più generale, dal momento che lei, lavorando nella sanità, ha il polso dei bisogni fondamentali delle comunità. In Calabria, dopo tanto silenzio, si stanno moltiplicando i presìdi di cittadini che reclamano diritti, in tema di salute e lavoro. Con quale senso di responsabilità, secondo lei, bisogna agire per dare risposte?

«Era ora che i calabresi si svegliassero! Onestà, trasparenza, competenze professionali, amore per la propria terra, sono le carte vincenti di chi dovrà agire nei diversi settori».