Cariatiweb.it

CARIATI RICORDA LE VITTIME DEL CORONAVIRUS CON IL NEO SACERDOTE FALCONE E UNA CAPOSALA DELL’OSPEDALE DI BERGAMO

Toccante cerimonia nel cortile della chiesa Cristo Re,organizzata con l’Associazione Carabinieri

di Maria Scorpiniti (da “Il Quotidiano del Sud” 22 luglio ’20)

CARIATI – Si è aperta con un minuto di silenzio, nel cortile della chiesa di Cristo Re, la cerimonia religiosa di domenica scorsa in ricordo delle vittime del Coronavirus e dei militari caduti nell’adempimento del proprio dovere. Organizzata dalla parrocchia, in collaborazione con la locale sezione dell’Associazione Nazionale Carabinieri “Alfio Ragazzi”, direttada Cataldo Santoro, la messa è stata officiata dal neo-sacerdote don Marco Falcone, originario di Cropalati, che il 21 giugno scorso a Roma è stato ordinato dall’arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia Santo Marcianò, che lo ha anche nominato Cappellano militare presso l’Accademia di Modena. Con lui hanno concelebrato don George Vijue e don Rocco Scorpiniti, rispettivamente parroci di Cristo Re e di San Cataldo e, in un momento molto toccante, ha portato la sua testimonianza una caposala presso gli Ospedali Riuniti di Bergamo. 

Erano presenti numerose autorità civili e militari, tra cui il luogotenente Nicodemo Leone della locale stazione carabinieri, il comandante facente funzioni della polizia municipale Patrizia Marino, il sindaco di Cariati Filomena Greco, il presidente nazionale volontariato Ensi, Sante Blasi, rappresentanti delle associazioni Polizia di Stato, Era, Anc di Corigliano-Rossano, Cirò, Crotone, Bocchigliero, Rosarno e un militare della Guardia di Finanza.

Il novello sacerdote don Marco, nel corso della messa, non ha nascosto l’emozione di “sentirsi a casa”, riferendosi al contesto ecclesiale della diocesi di Rossano-Cariati in cui ha maturato la sua vocazione; si è poi formato nel Seminario Maggiore dell’Ordinariato, a Roma, completando gli studi teologici presso l’Università lateranense. Don Marco, nel ricordare le numerose vittime del Covid-19, ma anche l’opera di aiuto, cura e sollievo svolta da militari, medici e infermieri, ha chiesto di essere sostenuto con la preghiera nel suo ministero, che lo vedrà guidaspirituale per i giovani cadetti dell’esercito e dell’arma dei carabinieri dell’Accademia Militare di Modena. 

La caposala Pellegrini,  a Cariati per un periodo di vacanza, al termine della funzione ha descritto tutto il dramma vissuto, nelle fasi terribili della pandemia, dalle popolazioni della bergamasca, dove lei  vive e lavora. “Non eravamo pronti a quest’esperienza, ma siamo riusciti a superarla con l’aiuto di tutti”, ha dettofacendosi portavoce dei ringraziamenti della comunità bergamasca e dell’intera Lombardia per il sostegno ricevuto. La caposala haanche affermato che l’epidemia le ha portato via parenti, amici e colleghi, ma il rischio più grande corso dalla sua gente, ha dichiarato, è stato quello della chiusura totale nelle relazioni umane, poiché l’altro veniva visto solo come colui che poteva contagiare. “Non avevamo più la gioia nel cuore – ha ricordato con emozione la signora Pellegrini – ma poi è avvenuto il miracolo,quando abbiamo visto arrivare aiuti da tutta l’Italia, anche da parte dei militari; vi assicuro – ha concluso – che saremo pronti a restituire l’appoggio che ci avete dato”. 

La celebrazione si è conclusa con la preghiera alla Virgo Fidelis, patrona dell’Arma, recitata dal cariatese Rocco De Pietro, comandante della stazione carabinieri di Maratea.