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A CARIATI DOPPIA STRUTTURA ADATTA A CENTRO COVID E “POST COVID”

Il “suggerimento” al commissario Asp.

L’ex direttore sanitario Caligiuri: “Abbiamo 13 mila metri quadrati di ospedale, senza rischio di contagio, e Zuccatelli forse non lo sa!” 

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di Maria Scorpiniti (“Il Quotidiano del Sud” 25 aprile 2020)

CARIATI – «Il commissario Asp Giuseppe Zuccatelli lo sa che a Cariati esiste una struttura immediatamente disponibile, con un percorso esente da qualsiasi rischio clinico di contagio, dotata di stanze già predisposte con posti letto, bocchette di ossigeno e bagni in camera? Io penso di no!». A chiederselo è Michele Caligiuri, il direttore sanitario dell’ospedale “Vittorio Cosentino”, neo pensionato, ma se lo domandano anche tantissimi cittadini che, nell’attuale emergenza sanitaria, invocano a gran voce la riapertura del presidio sanitario chiuso nel 2010 dallo scellerato Piano di Rientro targato Scopelliti.

La struttura sanitaria di Cariati, in effetti, si compone di due edifici distinti, ideali per allestire un centro Covid e post Covid, esenti da qualsiasi rischio clinico di contagio.
Al contrario di Corigliano-Rossano, dice Caligiuri, dove il commissario Zuccatelli ha autorizzato l’unico centro Covid della fascia ionica all’interno dello spoke “Giannettasio” per 36 posti letto. La sua allocazione, in queste ore, sta sollevando tante perplessità e polemiche per un’ovvia questione sicurezza; si teme il rischio di contagio, con questo virus tanto insidioso, anche per il personale medico che dovrebbe essere spostato dal reparto di Cardiologia ed al Pronto soccorso.

Dott. Michele Caligiuri

Per l’Asp di Cosenza, secondo Caligiuri, la struttura di Cariati potrebbe essere la soluzione ideale per un Centro Covid e post Covid territoriale, soprattutto a rischio clinico zero.

L’ala nuova del “Cosentino”, che al momento ospita la Direzione sanitaria, gli ambulatori specialistici, l’Ufficio igiene e prevenzione, è funzionale in tal senso: un immobile di 5.000 metri quadrati distribuiti su tre piani, completamente isolato, con un seminterrato adatto per allocarci la Tac in totale sicurezza e un piano terra da adibire a Laboratorio analisi. 

C’è poi l’edificio dell’ex ospedale: altri 8.000 metri quadrati disponibili, con un Laboratorio analisi e una Radiologia attivi al piano terra e tre piani di stanze con 40 posti letto a piano, camere dotate di bagno e bocchette di ossigeno collegate ad un serbatoio centrale. Considera in proposito Caligiuri: «Sono sicuro che il commissario Zuccatelli, proveniente dall’Emilia Romagna, non sa che a Cariati disponiamo di due ospedali, entrambi in ottime condizioni, e forse non sa neanche dell’esistenza di Cariati! A questo – sottolinea con rammarico – aggiungo l’assenza di una classe politica che avalli la presenza sul territorio cariatese di tale risorsa strutturale immediatamente disponibile per una spesa davvero irrisoria».

Qui, l’ex dirigente rincara la dose, evidenziando come, in queste drammatiche settimane, si stia verificando il contrario di quanto accadde alla chiusura degli ospedali periferici di Cariati eTrebisacce con la prospettiva del fantomatico ospedale unico della Sibaritide: «A Rossano – afferma – si crea un reparto a rischio, sprecando risorse, quando a Cariati c’è già la struttura adatta. Purtroppo il nostro male – osserva Caligiuri – è che chi ha un po’ di potere si arroga il diritto di conoscere tutto, con “invasioni di campo” anche fuori competenza». E tutto questo in barba alle indicazioni del commissario nazionale all’emergenza Domenico Arcuri, il quale ha dichiarato di voler predisporre una rete di Covid hospital rafforzando le strutture sanitarie territoriali chesaranno dedicate esclusivamente ai pazienti Covid-19, tenendo il più possibile separati i vari reparti.