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CARIATI – INCHIESTA, INTERVIENE LA SEGRETARIA COMUNALE

«Dopo l’arresto del Sindaco e del Responsabile dell’Ufficio Tecnico, ho assunto la direzionedell’ufficio tecnico solo per alto senso di responsabilità»

di Maria Scorpiniti (“Il Quotidiano del Sud” 25 agosto 19)

CARIATI – Andreina Mazzù chiarisce, con una lettera, la sua posizione in merito alla notizia circolata sugli organi di stampa di un suo presunto coinvolgimento in reati legati all’appalto per la pulizia della spiaggia e la raccolta rifiuti 2019 nel Comune di Cariati. I reati ipotizzati alla segretaria comunale dalla magistratura vanno dalla truffa all’abuso d’ufficio, omissione in atti d’ufficio, turbata libertà nella scelta del contraente, in concorso con altre persone.

«Ho ricoperto le funzioni di responsabile dell’Ufficio Tecnico solo per alto senso di responsabilità – precisa la dottoressa Mazzù – dal momento che il tecnico comunale, nominato dal sindaco contro il mio parere scritto, è stato arrestato, ed essendo l’ente in dissesto,la normativa non mi consentiva una rapida sostituzione». La ormai ex segretaria (ha lasciato Cariati dall’aprile scorso per il Comune di Cirò) riferisce di aver chiesto anche aiuto, in quel frangente, ad Anac e alla Commissione per gli organici degli enti locali, al fine di adottare un provvedimento sostitutivo del responsabile dell’ufficio tecnico, senza però ottenere risposta. «Noi lavoriamo in trincea – è l’amara constatazione – mentre nei Ministeri vi è molta burocrazia e per adottare decisioni si impiegano mesi».

Secondo la sua ricostruzione, all’epoca dei fatti aveva già lasciato la titolarità di segretaria comunale di Cariati ed era rimasta a scavalco per dare il tempo all’Amministrazione di individuare un nuovo segretario. «Dopo l’arresto del Sindaco e del Responsabile dell’Ufficio Tecnico – continua Andreina Mazzù – mi è sembrato doveroso non abbandonare una barca alla totale deriva. Hoassunto la responsabilità dell’ufficio tecnico – ribadisce ancora -solo per alto senso di responsabilità e per il coraggio che mi contraddistingue», precisando altresì di non avere nulla da temere sotto l’aspetto penale.

Sulla “incontrollata” la diffusione della notizia dell’inchiesta, questa potrebbe essere «foriera di gravi pregiudizi per la mia reputazione professionale e di destabilizzazione per l’autorevolezza che questo incarico richiede». Asserisce, infine, di non comprendere come mai «un’indagine allo stato embrionale sia stata comunicata così celermente agli organi di stampa ancor prima del rituale avviso alla diretta interessata, in violazione palese di ogni regola di riserbo istruttorio e con riferimento ad ipotesi di reato astrattamente gravi che – conclude la Mazzù – non hanno alcuna attinenza possibile alle mie condotte funzionali».