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CARIATI – PESCATORI IN AGITAZIONE CONTRO LE STRINGENTI NORME EUROPEE

La protesta si allarga in attesa dell’incontro del 24 ottobre a Roma con il ministro Bellanova

dMaria Scorpiniti (“Il Quotidiano del Sud 15 ottobre 2019)

CARIATI – Anche la marineria di Cariati, con quelle di Cirò Marina, Schiavonea, Trebisacce e le pugliesi, partecipa alla rivoltacontro le stringenti norme europee che rischiano di affossare un comparto già sofferente da tempo. In attesa dell’incontro, fissato per il prossimo 24 ottobre a Roma tra le associazioni di categoria eil ministro Teresa Bellanova, i pescatori sono scesi in piazza nei giorni scorsi a Schiavonea, occupando per qualche ora anche la SS106, per accendere i riflettori su un problema che richiede soluzioni rapidissime. Infatti, in segno di protesta, i lavoratori del mare sono rimasti a terra, al termine del fermo biologico, e le loro imbarcazioni restano ancora ormeggiate nei rispettivi porti, con grave danno economico per gli addetti e le loro famiglie, già provate dalle suddette restrizioni.

Domenica scorsa le marinerie di Cariati e Cirò Marina si sonoincontrate al porto alla presenza dell’assessore comunale al ramo Ines Scalioti, degli assessori Sergio Salvati e Paola Apa, del consigliere Maria Elena Ciccopiedi, ai quali sono state rivolte critiche e richieste di maggiore presenza al fianco dei pescatori cariatesi in questa battaglia, definita dagli stessi “vitale”.

Una battaglia che porteranno a Roma, per chiedere la modifica del regolamento comunitario che prevede pesanti sanzioni (da mille a 75mila euro) a chi non si adegua alle nuove norme. La più contestata dagli addetti è quella che impone reti a maglia larga di 50 millimetri che, affermano, vanno bene nel nord Europa ma non nel Mediterraneo, dove le taglie del pescato sono diverse; inoltre contestano l’obbligo di telecamere a bordo e la riduzione degli sgravi sul gasolio. 

Il giovane pescatore Peppe Paturzi spiega ulteriormente i motivi della protesta: «Tali limitazioni ci tagliano le gambe, agevolando l’’importazione del pesce estero». E non solo: «Le sanzioni – continua – arrivano a superare il valore dell’imbarcazione, cosa che unita alle spese quotidiane di gestione e manutenzione deinostri pescherecci, ci provoca un danno enorme».

La voce del giovane Paturzi è quella dell’intera marineria di Cariati, attualmente composta da dieci pescherecci per la pesca a strascico e una ventina di barche per la piccola pesca; si tratta di una tra le più antiche e importanti marinerie della costa ionica che, per la perdurante crisi, negli ultimi anni ha drasticamente ridotto il numero delle imbarcazioni e degli addetti. Le maggiori difficoltà, a livello locale, sono legate alla mancanza di un mercato ittico per la vendita del pescato: la struttura esistente, realizzata in passatocon fondi regionali, non è mai entrata in funzione. Da decenni, inoltre, c’è da fare i conti con il problema dell’insabbiamento nell’imboccatura del porto. «Vent’anni fa – spiega Paturzi – è stato costruito un molo di mantenimento per fermare la sabbia chearrivava all’imboccatura del porto; ma andava “svuotata” ogni cinque anni. Ora – prosegue – la sabbia ha “saltato” il molo, creando il grave insabbiamento». E aggiunge: «È competenza del Comune “svuotare” ogni cinque anni quel tratto di fondale, ma non viene fatto da vent’anni!». 

Tutto questo, unito alle rigide norme europee, scoraggia i pescatori e qualcuno pensa già di vendere la barca e di intraprendere la strada dell’emigrazione. “L’Europa deve lasciarcilavorare – afferma un pescatore della famiglia Russo – conosciamo il nostro mare, ne siamo i custodi e lo ripuliamo continuamente dalla plastica; la nostra è una pesca artigianale, non danneggia l’ambiente marino, è diversa da quella dei mari del Nord”.

Su questo, interviene presidente della cooperativa Sirius di Cirò Marina, Geppino Malena, che, tra l’altro, il 24 ottobre sarà a Roma con una delegazione delle diverse marinerie: «Siamo con l’acqua alla gola, chi legifera deve avere rispetto per il nostro lavoro»; e aggiunge: «Al Governo avrebbero seri problemi se i 100mila pescatori d’Italia si fermassero tutti, chiedendo la cassa integrazione». Quindi la replica di Giovanni Covello, appartenente a una storica famiglia marinara di Cariati: “Non vogliamo contributi in denaro dallo Stato, vogliamo solo poter lavorare in pace”.

Di fronte alle rimostranze dei pescatori di Cariati, l’assessore Scalioti si è impegnata a chiedere un incontro urgente alla Regione Calabria e ad investire del problema i sindaci del territorio. Sergio Salvati, in qualità di consigliere provinciale, lunedì pomeriggio ha promosso un incontro a Cariati con il presidente della Provincia di Cosenza Franco Iacucci, il quale ha assicurato ai rappresentanti dei pescatori il suo sostegno alla causa.