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GLI STUDENTI DEL PATRIZI CELEBRANO LA GIORNATA DELLA MEMORIA

Nell’Aula Magna del “Patrizi” di Cariati, si è celebrata la “Giornata della memoria”: gli studenti hanno incontrato il dott. Reppucci, Commissario Prefettizio del Comune di Cariati,  il Comandante Leone e il Maresciallo Lardizzone,  della stazione dei Carabinieri del territorio.

In occasione della  “Giornata della memoria 2018”, anno nel quale tra l’altro ricorre l’ottantesimo anniversario delle leggi razziali, anche il Liceo di Cariati ha voluto celebrare questa triste ricorrenza per commemorare le vittime dell’Olocausto e lo ha fatto attraverso i ragazzi: sono stati loro, infatti, i protagonisti indiscussi di questa giornata.

L’evento, fortemente voluto dalla Dirigente Scolastica, dott.ssa Ornella Campana e   organizzato dalle prof.sse Fortunata Tucci e Mariagiovanna Romanello, in collaborazione con i docenti del Dipartimento dell’area umanistica dell’Istituto ( lettere, lingue, filosofia e arte) ha inteso sottolineare l’importanza di questa celebrazione, istituita in ricordo  del 27 gennaio 1945 quando le truppe sovietiche dell’Armata Rossa arrivarono presso la città polacca di Oswiecim (nota con il nome tedesco di Auschwitz), scoprendo il suo tristemente famoso campo di concentramento e rivelando al mondo l’orrore del genocidio nazista,  chiamato Shoah perché ben sei milioni di morti appartenevano al popolo ebreo.

Grande soddisfazione per l’ottima riuscita della manifestazione è stata espressa dalle docenti Tucci e Romanello,  che hanno curato l’evento, le quali hanno molto apprezzato le performance degli studenti che si sono cimentati in letture, accompagnate da strumento musicale, in disegni con relative riflessioni e canti.

A dare inizio alla giornata commemorativa è stata proprio la Dirigente Campana , che dopo i saluti di rito ha  colto l’occasione per sottolineare che “la celebrazione della Giornata della Memoria è una consuetudine ormai consolidata nell’IIS CARIATI, in quanto fa parte dell’offerta formativa dell’Istituto,  come momento di riflessione molto importante per gli studenti.  Ha continuato poi il suo intervento rimarcando che con questo tipo di attività si cerca proprio di mantenere vivo il ricordo di tali atrocità nei giovani che, a causa di una distanza temporale tendono a sentire queste tematiche sempre più lontane da loro: ” è importante – ha detto a tal proposito la Dirigente del Patrizi –  che i giovani  comprendano che  noi siamo il risultato di un percorso storico che ha conosciuto pagine molto brutte,  che però ci appartengono e che bisogna conoscere proprio per evitare che possano ripetersi”.

Molto apprezzato dagli alunni del Patrizi è stato inoltre l’intervento del Commissario Prefettizio che  ha esortato i giovani ad “uscire da questo stato di apatia e abulia nella quale purtroppo oggi,  in una società dominata dalla tecnologia, dalla robotica e dall’era digitale,  si tende a cadere, perdendo a volte lo spirito comunitario e la voglia di stare insieme”. E rivolgendosi al pubblico di studenti presenti ha sottolineato che ” ricordare le vittime di quegli anni lontani può sembrare qualcosa che non tocchi direttamente i giovani, ma in realtà non è cosi: la giornata della memoria – ha spiegato il dott. Reppucci – non serve solo a commemorare quei milioni di persone uccise crudelmente e senza nessuna pietà ormai quasi 80 anni fa, ma serve soprattutto a ricordarci che ogni giorno esistono tante piccole discriminazioni verso chi ci sembra diverso da noi e delle quali noi stessi  spesso siamo i responsabili,  senza rendercene conto;  la Giornata della Memoria – ha rimarcato con enfasi – ci ricorda proprio che verso queste discriminazioni  dovremmo cercare di opporci e a gran voce, senza far finta  di non vedere, come spesso accade per comodità e opportunismo”.

Insomma celebrazioni di questo tipo servono a far comprendere ai ragazzi che la storia è maestra di vita e insegna tante cose: “a guardare al passato  per vivere intensamente il presente e progettare il futuro, cercando di essere propositivi e passando dall’apatia e dall’indifferenza al fare, dalla speranza alla consapevolezza,  dalla precarietà al progettualità”.

Concetta Cosentino